L’idea di realizzare un diffrattometro robotizzato a raggi X da esterni nasce negli anni ‘90, a partire da diversi fattori:
Il metodo XRPD (X-Ray Powder Diffraction – Diffrazione a Raggi X da Polveri), con strumenti tradizionali da laboratorio. In tal senso, offre diverse informazioni utili per caratterizzare i materiali (quali minerali, quanta concentrazione, le dimensioni dei parametri reticolari, ecc), ma soprattutto non va ad alterare il reticolo per effetto dell’irraggiamento.


Il Metodo XRDP fino agli anni ‘90 richiedeva che il provino fosse rimosso dal luogo di esercizio per poterlo manipolare.
Tale rimozione, nei fatti, rende il metodo distruttivo. Serviva un metodo ed una tecnologia capace di conservare i vantaggi detti ma con un strumento NON distruttivo, non invasivo, o solo poco invasivo.
Grazie agli studi e alle ricerche che stanno alle spalle di DifRob®, il problema è stato risolto, garantendo un’innovazione senza precedenti nel campo della diffrattometria a raggi x. Per questo motivo, il robot ha vinto diversi prestigiosi premi, quali:
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